Alla leggerezza
Alla Leggerezza, di Alessandro Sandulayak
Cara,
dolce leggerezza, perché continui a sfuggirmi?
Ho per caso fatto qualcosa che ti ha potuto offendere e ora non vuoi più avere niente a che fare con me?
Cosa può fare un miserabile che ha in mano la possibilità di averti, ma ti vede fuggire a causa di chi ama? Solo la notte non vedo lo spettro della tua assenza, mentre l’imparziale e buon sonno mi coglie. Cado in un regno che non conosce affanni e per alcune ore riesco a dimenticarmi di te. Ma poi, al risveglio, tu sei lì che mi accarezzi, non mi abbandoni mai. Ma sei solamente un’ombra, un’anima priva di corpo, assente nella sua presenza. Oh, quante occasioni andate a fumo, perché tu mi sfuggi sempre, e appena senti che ti sto sfiorando, ti allontani, e tutta la mia felicità muta nella malin-conia che provo per te.
Ma sei tu che non vuoi la mia mano o sono gli altri che ti allontanano da me? Come può un’essenza tanto pura, tu che sei fautrice di molte gioie, a decidere di non farti carne per potermi finalmente raggiungere?
Insieme a me riusciresti a dare il massimo delle tue forze, perché sai bene che come me nessuno ti saprà valorizzare. Eppure, non ci sei, e sto solo qui, nel buio di casa mia a sorreggere sulle spalle il peso della tua assenza. Quanto mi manchi, un tempo eravamo una coppia inseparabile, siamo fatti l’uno per l’altra, l’abbiamo capito fin dal primo istante, ma ora perché non ci sei?
Io lo so che non sei tu a volere questo, solo un miserabile riuscirebbe a vederti andare via, perché gli uomini sono artefici delle proprie disavventure e io causa del mio male. L’unico colpevole in questa faccenda sono io, sai, dopo tutto quel tempo trascorso in-sieme ho iniziato a credere che stessi prendendo la strada sbagliata. Mi prendeva spesso un velo di malinconia, e ho pensato che dipendesse dal nostro legame che stava tramutando in una dipendenza. Ma mi sbagliavo. Tu non saresti in grado di fare del male. L’unico compito che sarai in eterno in grado di compiere è quello di donare un pezzo di te a chiunque lo domanderà.
Che straziante peso scriverti e confidarti quello che provo, dentro di me c’è un profon-do senso di colpa nel darti problemi, proprio a te che di natura li annulli. Tuttavia tu devi conoscere queste verità. Continuerei a parlarti senza sosta per il resto della mia vita ma in questo momento, sono costretto ad andare a scontrarmi con le mille afflizio-ni a cui mi hai abbandonato, e afflizione dopo afflizione, il peso si fa sempre più gran-de.
Buonanotte.